domenica 13 giugno 2010

VADO A COMPRARE LE SIGARETTE

Mi sono alzato da letto alle 15.00. Mi ero coricato alle tre di stanotte. Ma non ho dormito dodici ore di fila. Il mio gatto guardiano è venuto più volte a svegliarmi. Ho fatto sogni di presenze e mancanze reali e devo essermi lamentato più volte durante il sonno, come spesso mi succede. Così, veniva a svegliarmi. Ma anche per fame, probabilmente. Ho fatto pipì e ho aperto tutte le finestre. Cielo che prometteva pioggia e vento forte, che ha riempito la casa col profumo dei glicini. Altro tuffo nelle mancanze. Rincoglionito, ho fatto colazione con un gelato e una gollata di cocacola, direttamente dalla bottiglia come fosse una fiaschetta di wisky. La corrente d'aria faceva volare tutti i miei appunti appoggiatti sul tavolo. Voevo rimettermi subito a scrivere ma mi sono ricordato di aver finito le sigarette stanotte. Mi sono lavato la faccia e ho indossato qualcosa a caso. Non mi sono rasato e non messo nemmeno le mutande, tanto dovevo andare solo al distributore automatico del bar chiuso la domenica. "Vado acomprare le sigarette." ho detto al gatto seduto sul davanzale che fiutava l'aria. Si è girato a guardarmi inebriato. Sono uscito in ciabatte e senza essermi pettinato. Il distributore era fuori servizio, la trattoria che le vende era chiusa, forse definitivamente. Ma io, che in questo paese ci dormo e basta, non lo sapevo. Mi è toccato andare al bar dell'albergo che stà sulla statale, che ha pretese di essere un quattro stelle. E forse a ragione, ma non m'interessa un gran ché. Fuori, seduti ad un tavolino, ragazzotti e ragazzette con vestiti alla moda e sguardi un pò vuoti. Cado nelle generalizzazioni prive di senso. Ma, probabilmente, un pò di senso ce l'hanno. Sono entrato, seguito da un ragazzo che forse pensava volessi importunare la barista. "Buongiorno. Un pacchetto di lucky strike, per favore." "Ciao!" mi dice la barista sorridendo, come se mi conoscesse da tempo, ma giuro che non l'avevo mai vista. Quello, che le si era messo vicino, mi guarda senza esprimere nulla. Pago. "Grazie. Ciao!" Faccio un giro nella campagna circostante. Mi piace guidare, soprattutto quando per strada non c'è nessuno. Guido e fumo. Penso a che punto del racconto ero rimasto. Punto morto. Rientrando ho parcheggiato la macchina fuori, se piove si lava. Ho trovato il gatto che rincorreva un pallina e saltava come un canguro. La frase "Vado a comprare le sigarette" non doveva essergli suonata sinistra, evidentemente.
Abbiamo mangiato un pò di sgombro, lui sul davanzale nel piattino, io direttamente dalla scatola, metà per uno. Lui non apprezza molto lo sgombro. Gli ho spiegato che sarrebbe stato un bene che lo mangiasse, perché contiene gli omega 3. Mi ha accontenato.
Ho pensato a simbolic che oggi si sarebbe visto Stalker ed io credevo che avrei fatto altrettanto, una volta in più, che non fà mai male. Ma non è giornata. Credo che rivedrò Bagdad Cafè. Ma dopo, mi è venuta un'idea e torno ascrivere.

5 commenti:

  1. Ieri sera avevo fatto un commento tristissimo a questo post, ma per fortuna non me l'ha preso, e si è perso in qualche angolo tristissimo della blogosfera.
    Adesso ho dormito, ho preso un caffè e quindi commento con un altro tono: questo post mi è piaciuto tanto, e mi ha ispirata a scrivere qualcosa che forse presto pubblicherò. Grazie caro.

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  2. Wow Arte! Come sono contento! (Però avrei voluto leggere anche quello tristissimo...)

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  3. Forse ho frainteso... forse ci farai un post o pubblicherai nel senso che pubblicherai?

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  4. il profumo che entra dalle finestre in questi giorni ti dà veramente l'idea della droga - nel mio caso sono i tigli, ce l'ho di fronte sia a casa che al lavoro.
    Certe colazioni -gelato e coca cola- non mi scandalizzano neanche un po'.
    In questo post io ci vedo una scena alla Wenders, o qualcos'altro di "americano alternativo".

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  5. Pensa che volevo proprio dire i tigli, che anche per me sono una droga. Poi ho scritto gligini. Credo si sia trattato di rimozione.

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